E’ proprio vero, le prove non finiscono mai!
Ma in questo caso non parliamo di “prove musicali” ma di difficolta’, di avversita’.
Dopo le disavventure risolte nella famiglia di Tony, e’ la volta di Gianfranco che, ieri sera, insieme alla moglie e al padre si e’ trovato in serio pericolo di vita.
E’ curioso notare come, dal “ritorno” della band, a turno i musicisti degli Altripercorsi siano presi di mira da una specie di persecuzione: grazie a Dio tutto poi finisce bene, ma che spaventi!
Qualcuno parlarebbe di sfortuna o di malasorte ma, come Altripercorsi siamo decisamente convinti che tutti questi non siano altro che tentativi (miseri) di destabilizzare il gruppo!
Ma andiamo per ordine e cerchiamo di capire cosa sia successo.
Ieri, sabato 3 marzo 2007, Gianfranco e sua moglie Michela erano in macchina in Milano, nel mezzo del tipico traffico serale del sabato sera. Gino, il papa’ di Gianfranco, li seguiva con un vecchio furgoncino Vanette ed insieme stavano portando proprio il furgoncino, in una officina per dei controlli. All’improvviso dal Vanette sono arrivati segnali di allarme: col clacson e lampeggiando, il papa’ ha richiamato l’attenzione del figlio. Ecco come i protagonisti raccontano l’accaduto:
Gianfranco: “…ho visto che c’era del fumo e ho pensato che il furgone, dato che era stato fermo per diversi mesi, non ce la stesse facendo e il motore stesse partendo. Sono sceso dalla macchina e, neanche il tempo di fare 3 passi, il furgone e’ stato avvolto in una nuvola di fumo nero. Mio padre non è tipo da panico e ha anche una lunghissima esperienza in fatto di auto e motori, quindi immaginate il mio sconcerto nel vedere una persona esperta come lui saltare fuori dal furgone gridando ‘il fuoco! il fuoco!!’… non capivo cosa stesse succedendo nè tantomeno cosa dovessi fare… io e Michela ci siamo avvicinati, papà ha aperto la portiera laterale ed abbiamo visto le fiamme che uscivano da sotto il furgone e da dentro l’abitacolo… ho visto 50 metri piu’ avanti un bar e d’istinto sono corso per cercare aiuto… acqua… qualsiasi cosa… sono stati attimi frenetici… mi hanno dato un bottiglione d’acqua e sapevo che, in certe circostanze, l’acqua non va usata… esco di corsa dal bar ma nella strada c’è un pandemonio… il fumo nero ha invaso tutto… neanche vedo più dove sia il furgone… intravedo solo dei lampeggianti…”
Michela: “…ho visto Gianfranco correre verso il bar, ho guardato il furgone, sapevo che aveva un vecchio impianto a gas e nel serbatoio ce n’era! Avevamo anche appena messo benzina… ho pensato che forse Gf neanche avrebbe fatto in tempo a provare a chiedere aiuto… ho visto un gran traffico intorno a noi… auto… persone… ho pensato che entro pochi attimi sarebbe potuto esplodere… oppure appiccare il fuoco alle cose circostanti… in quel momento ho gridato dentro di me con tutta la forza che avevo:
Signore, Dio, qui siamo impotenti, qui solo Tu puoi salvarci da una tragedia, ti prego intervieni!!!
… appena ho detto queste parole mi sono voltata e ho visto sbucare dal fumo due auto della polizia. Un poliziotto è’ sceso con un estintore, si è buttato sotto il furgone dove mio suocero ancora combatteva con le fiamme e ha spento tutto.”
Gianfranco: “In pochi minuti sono arrivati i pompieri che hanno fatto poi tutto il lavoro in modo meticoloso assicurandosi che ogni focolare fosse spento e che il veicolo fosse in condizioni di sicurezza. Non sapevo come ringraziare Dio per aver messo quelle due macchine di pattuglia proprio li perchè, senza accusare nessuno, non mi è mai successo di vedere le forze dell’ordine arrivare entro uno o due minuti dopo una chiamata. Figuriamoci quando non c’è nessuno che li chiami! Per me era proprio un miracolo che fossero passati di li proprio… istantaneamente!!! Ma ancora Michela non mi aveva raccontato della preghiera a Dio!”
Michela: “Eravamo già scioccati e infinitamente grati a Dio per averci salvati (sia da pericoli fisici per noi, sia dai danni che potevamo causare alla gente intorno) ma la sorpresa è stata infinitamente più grande quando abbiamo ascoltato uno dei poliziotti dire preoccupato al collega: «domani sarò in grande difficoltà perchè dovrò spiegare al comando come mai eravamo fuori dalla nostra zona»!!! Quindi loro non erano li di pattuglia… Ho detto a quel poliziotto di riferire ai suoi superiori che qualcuno di ancora più ‘superiore’ li aveva mandati li perchè io avevo pregato e subito loro erano apparsi!”
Cosa dire? Pericolo scampato: anche questa volta Dio ha dimostrato che i miracoli succedono con una storia che sembra quasi una favoletta a lieto fine per bambini ma che, guardando negli occhi chi l’ha vissuta, diventa chiaro che favola non è.
Dio esiste, ne abbiamo le prove!
🙂