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Gianfranco Bruno

In una bella giornata mediterranea del lontano ottobre ’66… faccio il mio trionfale ingresso nel mondo! 🙂
Sarà per questo che l’autunno e i suoi colori mi sono rimasti sempre nel cuore? Boh!

Ad ogni modo la musica mi ammalia da subito, ma sono tempi duri per permettersi una formazione (e i ferri del mestiere!) e quindi per i miei primi 18 anni mi dedico all’unico strumento alla portata delle mie tasche: la voce!
Che in realtà non mi interessa tanto quanto l’utilizzarla in coro per creare strutture armoniche “stimolanti” e sempre più complesse: “Take 6” docet!

Gli arrangiamenti, l’interazione e il dialogo tra i vari strumenti sono ciò che mi appassiona realmente.

A 20 anni prendo lezioni di chitarra, il mio primo strumento vero, ma è la mia preparazione come tecnico informatico a determinare la mia svolta musicale.

Intorno ai 22 anni inizio infatti ad acquistare moduli MIDI, pad ritmici, sequencer e il mio primo synth, un Ensoniq VFX, da interfacciare col computer, e con questi inizio a comporre ed arrangiare superando il mood imposto dalla chitarra e, soprattutto, superando i limiti tecnici del musicista mai profondamente formatosi.

Col tempo, a forza di sentirmi “urtare” i tasti dei synth, la gente si convince che io sia un tastierista (per favore, qualcuno li disilluda! :)) e iniziano le collaborazioni live con alcuni gruppi. Fondamentale nel ’94 l’esperienza con il “Mercatino dell’Usato”, gruppo che bazzica nei locali milanesi facendo cover rock nazionali ed internazionali.

Questa esperienza mi apre la mente vedendo quanto la musica sia in grado di stimolare non solo chi la esegue ma anche chi l’ascolta, e nasce il desiderio di dare anche dei “contenuti” rilevanti a quello che faccio perchè… che io lo premediti o no, la gente assorbe quello che gli viene proposto.

Nel ’94, insieme a Franco Sciammarella (amico di vecchia data) ed alcuni altri amici, mettiamo su gli “Adrenalina divina“, come forma di sperimentazione musicale cristiana.

Il gruppo reinterpreta un vasto repertorio di pezzi della tradizione cristiano-evangelica contemporanea riarrangiati in forme tali da sottolinearne e valorizzarne il contenuto testuale.

Non ci sono quindi vincoli di stile musicale: tutto è permesso a patto che la comunicazione, intesa come testo/melodia/arrangiamento, sia coerente e in armonia.

Nel ’95, il gruppo si scioglie per ragioni logistiche ma con Franco manteniamo il desiderio di avere un gruppo che trasporti in musica la nostra esperienza di fede.

Incontriamo così Tony, Fabio e Giuseppe con desideri molto simili ai nostri e da questo incontro nasce il progetto Altripercorsi attraverso il quale, finalmente, posso esprimere non più solo il mio stile e la mia comprensione della musica, ma anche un messaggio che valga la pena di essere condiviso: i valori profondi della fede in Dio in cui credo.